IL RICHIAMO DELLA TERRA – Articolo su Abruzzo Economia
Dopo una carriera brillante come imprenditrice e manager nel mondo dell’Information Technology, l’abruzzese
Carla Petrucci si dedica all’azienda vitivinicola di famiglia. Fondatrice dell’azienda Ted Sistemi e, per 13 anni,
amministratore delegato di Lexteam all’interno del
Gruppo TeamSystem, una delle maggiori aziende informatiche italiane di proprietà di un fondo internazionale di Private Equity, l’ingegnere Carla Perrucci ha ora deciso di mantenere un legame con il mondo dell’alta tecnologia in qualità di consulente. Da circa due anni,
le sue radici l’hanno richiamata in terra d’Abruzzo,
per dare un brand ed una nuova vita, insieme alla sorella Anna, all’azienda vitivinicola di famiglia.
Come e perchè è avvenuto questo cambiamento di rotta?
«A 50 anni spesso si tirano le somme: dopo diversi anni passati con base a Milano, viaggiando in tutta Italia, nella mia scala di valori ha preso sempre più piede il ritorno alle radici e il desiderio di dare nuova vita ad un prodotto che è stato presente nella nostra famiglia per generazioni. Il fatto di intraprendere questa avventura insieme a mia sorella Anna è stato determinante. La consapevolezza di creare un prodotto e una attività che non si fermeranno a questa generazione, non mi ha lasciato dubbi nell’optare per questa scelta. La mia famiglia ha da sempre un legame forte con la sua terra. Ho trovato un documento di identità di mio nonno nel quale la professione indicata era quella di “proprietario”. Gestiva i terreni come si faceva un tempo, con i mezzadri. Mio padre ha trasformato la proprietà in azienda, con sistemi legati ad una produzione di vino, seppur di ottima qualità, di tipo industriale. Il nostro contributo è stato, quindi, quello di chiudere il cerchio inserendo un marchio di proprietà».
La vostra intraprendenza imprenditoriale ha tenuto conto di un settore in continua evoluzione. In che modo?
«Abbiamo permesso l’evoluzione finale del prodotto, dotandolo di un brand, un marchio riconoscibile che consenta la diffusione che il nostro vino merita. Il momento di buio e di povertà conseguente alla seconda guerra mondiale è stato seguito, negli anni ‘50, da una rinascita, e dal boom economico italiano caratterizzato da grandi aggregazioni. Mio papà ha fondato ed è stato presidente della prima cantina sociale, che ha dato a tanti produttori locali i mezzi per arrivare alla fine della catena di produzione. Negli anni ‘70 e ’80, il vino abruzzese ha iniziato la sua ascesa in termini di notorietà e possibilità di essere apprezzato oltre i confini della regione. Negli ultimi 20 anni l’apprezzamento dei vini regionali abruzzesi si è consolidato anche all’estero. Noi ci siamo sentite in dovere di partecipare e contribuire a questo trend».
Ci parli dei suoi vigneti e del suo vino…
«I settanta ettari di vigneti da cui nasce il nostro vino sono tutti di proprietà e sono posizionati sulle colline tra il nostro mare e, mutuando le parole di Flaiano, tra le “cattedrali abruzzesi”, le alture. La condizione pedoclimatica è particolare e questo si riflette nel sapore di un prodotto che, definito “austero e pulito”, racchiude nelle sue varie connotazioni la forza delle montagne e la gentilezza della brezza delle spiagge. L’enologo cui facciamo riferimento è il presidente dell’Assoenologi per Abruzzo e Molise, Nicola Dragani, e ci ha aiutate a selezionare un vino che potesse rappresentare la storia che ci contraddistingue. Il nostro vino punta alla sostanza e all’autenticità delle cose, non è appariscente, riflette pienamente la tradizione e l’essenza del territorio».
Partendo dalla qualità del prodotto avete sviluppato il vostro parterre di etichette, quali sono i vini protagonisti?
«Dai vini bianchi come il
Pecorino e la sua varietà di spumante, molto apprezzato perché si presta ad essere spumantizzato, alla
Passerina d’Abruzzo, vino riconosciuto e apprezzato in occasione del Vinitaly, e in altre fiere ed eventi. Come vino rosato il
Cerasuolo, in particolare la vendemmia 2017, ha una connotazione delicata, di stile francese, che piace molto. I punti di riferimento dei nostri rossi sono il Montepulciano d’Abruzzo d’annata ed il
Montepulciano d’Abruzzo Riserva invecchiato in grandi botti di rovere che, consentendo il mantenimento di apertura e profondità, contribuiscono a creare sapori densi ed interessanti».
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